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Il linguaggio di Fido: cerimoniali di saluto

articolo pubblicato sulla rivista : "Cani", Olimpia Editore

autore: Daniela Tarricone

Strategie di sopravvivenza

Nel corso della evoluzione, i canidi hanno optato per tre tipi di strategie di sopravvivenza:

  • l’esistenza solitaria,

  • la vita in coppia,

  • e infine quella di branco.

per meglio dire, la selezione naturale ha spinto alcune specie a rimanere solitarie ed altre a cooperare per sopravvivere, in funzione dell’ambiente e delle risorse alimentari disponibili.
  • La volpe è un esempio di cacciatore solitario che subito dopo il periodo degli accoppiamenti torna alla vita individuale,

  • lo sciacallo è invece un predatore che vive in nuclei familiari ristretti, composti da padre, madre e prole; quando i figli crescono piano piano vengono allontanati, mentre i genitori di solito stanno insieme per tutta la vita.

  • I lupi e i licaoni sono infine animali di branco, che vivono cioè in gruppi molto allargati, all’interno dei quali i membri condividono le risorse alimentari, si ripartiscono i compiti e cooperano attivamente per svolgere tutte le funzioni legate alla sopravvivenza.

Via via che si passa dalle specie solitarie a quelle sociali si osserva che l’abilità di comunicare fra conspecifici si accresce, aumenta il numero delle espressioni facciali e quello delle posture del corpo devolute alla comunicazione, come pure si incrementa la capacità di regolare i conflitti in modo incruento fra i membri di uno stesso gruppo. La volpe, per esempio, ha a disposizione molte meno espressioni, nella comunicazione sociale, rispetto allo sciacallo, che a sua volta non possiede tutti i raffinatissimi schemi comunicazionali presenti nel lupo.

Il cane - che ha a comune con quest’ultimo gran parte del patrimonio ereditario - è anch’esso un animale di branco programmato per utilizzare precisi segnali di comunicazione e per comprendere i messaggi inviati dai suoi simili, e con il processo di addomesticamento, anche quelli trasmessi da noi esseri umani.