torna al sommario degli articoli  

Quando il primogenito ha quattro zampe e la coda

autore: Lorella Notari

Molte coppie senza figli dedicano al loro cane cure quasi "parentali".
Mamma e papà umani permettono al cane di dormire con loro, soddisfano ogni sua richiesta di attenzione e danno al figlio a quattro zampe tutto (o quasi) quello che avrebbero dato a un bambino. Il problema insorge quando un bambino arriva per davvero.
Improvvisamente non c’è più tempo per far giocare Fido con la pallina ogni volta che lo chiede, non si può più farlo dormire sul letto o tenerlo in braccio ogni volta che ci si siede sul divano.

A nanna col padrone. Quando nasce un bambino il cane spesso perde certi privilegi.
Per evitare che associ l’arrivo del bambino con la perdita dell’affetto
del padrone è necessario educarlo a dormire per conto suo nei mesi precedenti la nascita.

 

Il cane perde molti dei suoi privilegi e in più si ritrova in casa un mostriciattolo che strilla e si agita e magari, dopo un po’ di tempo, gli tira la coda e gli strappa il pelo.
Le preoccupazioni iniziano spesso quando il cane comincia a mostrarsi aggressivo e i genitori temono soprattutto per la sicurezza del nuovo nato. Per evitare di trovarsi in una simile situazione è bene preparare anche il cane alla nascita di un nuovo membro della famiglia. Come?
Per prima cosa è bene abituarlo alla presenza dei bambini in modo che la vista di un esserino sgambettante e urlante non lo spaventi. Si può cominciare a portare il cane dove ci sono bambini piccoli (ai giardini, per esempio) e metterlo a suo agio con qualcosa di piacevole, come un gioco o un bocconcino di buon cibo. Se ci sono conoscenti con neonati può essere utile abituare il cane anche alla vista dei proprietari con in braccio bambini. Durante queste esperienze il cane dovrebbe essere premiato se rimane tranquillo e amichevole. Molti cani hanno paura dei bambini perché percepiscono i loro movimenti , le corse e gli strilli come pericoli.
È dunque consigliabile abituarli anche ai piccoli che giocano.
Cani abituati a ricevere continue attenzioni e a veder soddisfatte tutte le loro richieste difficilmente si adegueranno senza traumi a una situazione diversa. È bene dunque cominciare ad abituarli a una routine che sia compatibile con la gestione di un neonato.
Questo significa regolarizzare le uscite, limitare le attenzioni e dare al cane norme precise per quanto riguarda l’accesso a determinate stanze e al letto dei padroni.
Se fatto in modo graduale e costante il cambiamento di ménage si risolverà in un miglioramento del rapporto cane-padrone ed eviterà sofferenze e disagi una volta nato il bambino. Inoltre se un cambiamento della routine precede e non coincide con l’arrivo del nuovo nato il cane non farà l’associazione bambino=perdita dell’affetto dei padroni. Quando il bambino nasce qualcosa che gli appartiene (un vestitino o un pannolino) deve essere fatto annusare al cane nei giorni in cui mamma e bimbo sono ancora in ospedale in modo che si abitui al nuovo odore gradualmente. All’arrivo a casa del neonato è necessario organizzarsi in modo tale da non dover subito allontanare il cane ma, al contrario, lasciare che annusi la culla e guardi il bambino.
Molti genitori, appena il cane si avvicina al piccolo lo scacciano rischiando che il cane associ la presenza del bambino a una situazione spiacevole. Quello che bisogna trasmettere all’animale è esattamente il contrario. Far eseguire ogni tanto al cane semplici esercizi compensati da succulenti bocconcini quando il neonato si trova nella stessa stanza è uno stratagemma utile per fargli accettare il nuovo membro della famiglia.
In molti casi problemi di aggressività verso bambini piccoli iniziano quando questi cominciano a gattonare o fanno i primi passi. Questo può avvenire per molti motivi :

  1. Se il cane non è abituato a questo tipo di stimoli può spaventarsi e diventare aggressivo
  2. Un innato istinto predatorio può indurlo a seguire il bambino e morderlo
  3. Il bambino fa del male al cane attaccandosi alle sue orecchie o strappandogli il pelo e il cane reagisce aggressivamente

La situazione 1. si può prevenire cercando di abituare il cane alla vista di bambini piccoli, come sopra accennato. Se questo non è stato possibile occorre vigilare attentamente a che il bambino non si avvicini al cane e permettere sempre al cane di allontanarsi quando lo desidera. Di solito se non avvengono episodi spiacevoli e si mantiene l’abitudine di premiare il cane quando sta tranquillo e esegue esercizi semplici in presenza del bambino la situazione migliora in pochi mesi.
La situazione 2. È una delle più difficili da affrontare ed occorre essere molto prudenti. A volte un movimento brusco del bambino può scatenare un attacco. Per fortuna questo tipo di aggressività predatoria è poco frequente ma, nel dubbio che il cane abbia un istinto di questo tipo, è necessario consultare immediatamente un terapista comportamentale che valuti i rischi e le possibilità di intervento.
La situazione 3. è molto frequente ma può essere prevenuta controllando a vista il bambino e non permettendogli di far del male al cane. Se l’animale dovesse fare l’associazione bambino=dolore l’aggressività potrebbe presentarsi ogni volta che il bambino è presente.

Un concetto deve essere espresso chiaramente a tutti i genitori : i bambini sotto i 5 anni non devono MAI e per nessuna ragione essere lasciati soli con i cani.

 

Un cane equilibrato ha un altissimo livello di sopportazione, per quanto riguarda i dispetti fattigli dal piccolo "fratellino umano" ma ogni pazienza ha un limite. È necessario comprendere che molti comportamenti che il bambino mette in atto senza l’intenzione di far del male al cane possono invece risultare fastidiosi per l'animale, specialmente se ripetuti con insistenza e senza lasciargli la possibilità di sottrarsi.
È compito dei genitori controllare le eccessive attenzioni dei bambini nei confronti del cane e assicurarsi che l’animale non venga mai disturbato quando riposa e quando mangia.

Un abbraccio: questo gesto è considerato dagli esseri
umani un’espressione di affetto
ma può essere percepito
diversamente da un cane. Se l’animale mostra di non
gradire
le eccessive attenzioni di un bimbo i genitori devono intervenire
e
consentire al cane di allontanarsi.



Quando un bimbo nasce, tutte le attenzioni sono per lui e il cane di casa, inevitabilmente, smette di essere il coccolo di famiglia. Quanto più era vezzeggiato e viziato quanto più soffrirà della nuova situazione. Spesso se i genitori avevano riservato tante (o troppe?) affettuose cure al loro cane è perché sentivano il bisogno di fare i genitori e l’arrivo di un figlio li porterà a dirottare la maggior parte delle loro "energie affettive" verso il bambino. Il cane a questo punto dovrebbe riprendere nella famiglia il suo giusto ruolo adattandosi alla nuova situazione. Dei padroni e dei genitori consapevoli dovrebbero evitare di rendere questo cambiamento traumatico per loro e per il cane e magari pericoloso per il bambino che nascerà.
Abituare il cane ai bambini, cominciare prima della nascita a modificare la routine quotidiana e i rapporti con il cane , adoperarsi per far accettare il neonato all’animale come una presenza piacevole e vegliare sulle interazioni bambino-cane sono i presupposti fondamentali per evitare i principali problemi.

Il disegno "Cane che dorme con il padrone" è tratto dal libro " The Domestic Dog. Its evolution, behaviour and interaction with people" 1995 , J. Serpell ed Cambridge.
Il disegno " Bambina che abbraccia il suo cane" è tratto dal libro " Dog Language. An Encyclopedia of Canine Behaviour", 1997, R. Abrantes ed. Wakan Tanka Publishers

torna all'inizio


Quando Fido fa orecchie da mercante

Il problema dei cani che non rispondono al richiamo del padrone

Di L.Notari

I nostri amici a 4 zampe hanno bisogno di esercizio quotidiano per tenersi in forma e crescere e vivere in maniera equilibrata dal punto di vista emotivo. Durante le passeggiate i cani annusano, esplorano , incontrano altri cani con cui giocare o lucertole da rincorrere. Tutto questo non può che essere considerato salutare e indispensabile ma… c’è un ma.

Quando non c’è il guinzaglio a mantenere il legame con il padrone i cani sono spesso completamente fuori controllo. I proprietari chiamano disperati, inseguono, acchiappano al volo i loro cani . Spesso, stremati e preoccupati, quando riescono a riagguantare Fido o quando il signorino si decide finalmente a tornare, sfogano il loro (comprensibile) malumore con sgridate e magari qualche scappellotto.

Perché molti cani non tornano quando richiamati? Come convincerli a tornare? Leggere questo articolo potrà aiutarvi a capirlo.

Perché i cani non tornano quando richiamati?
Dal punto di vista del cane il mondo è pieno di stimoli interessanti: odori, altri cani, altre persone, topolini, uccelli, conigli, gatti e così via. Libero di dedicarsi ad attività eccitanti e divertenti, quando sente il richiamo del padrone non è molto motivato a rispondere, a meno che il padrone non sia lui (o lei) stesso(a) molto piacevole ed eccitante. Quando la voce del padrone è tesa e minacciosa e il suo atteggiamento è poco accogliente (perché magari lo sta chiamando da mezz’ora sotto la pioggia e non ha ancora cenato), la voglia di tornare è ancora minore. Se poi il cane impara che viene chiamato sempre per mettere fine a quello che più gli piace, cioè per essere rimesso al guinzaglio e privato della libertà di scorrazzare, la sua voglia di tornare sarà ancora minore.
Ci sono anche dei momenti in cui Fido "stacca la spina" , cioè non sente letteralmente il richiamo anche se è a portata di voce perché quel che sta facendo è estremamente importante per lui (o lei). Un esempio comprensibile è la presenza di una femmina in calore per un maschio: in questo caso non ci si può aspettare che anche il più obbediente dei cani distolga facilmente la sua attenzione e torni buono buono dal padrone.

Qualche consiglio per educare il cane a tornare quando richiamato

La prima cosa da ricordare è che il cane non va mai punito o sgridato se tarda a venire quando richiamato. Se fate questo penserà: " quando torno il padrone mi punisce, quindi torno il più tardi possibile o non torno affatto". Quando il cane viene punito la probabilità che risponda al richiamo la volta successiva è molto bassa.
Quando Fido torna volontariamente va sempre premiato
, e più prontamente torna più il premio deve essere ambito. Un complimento e una carezza, un bocconcino prelibato, un gioco: qualcosa che il cane riceva solo come premio e non gratuitamente ogni volta che lo desidera. Sapere che il padrone ha in tasca o nella borsa qualcosa di prelibato o interessante servirà anche a rendere il padrone stesso più divertente ed eccitante agli occhi del cane.
Imparare che quando sente il richiamo e risponde avrà un premio che può ottenere solo in quell’occasione e non ogni volta che vuole motiverà Fido a tornare.
Quando si chiama un cane bisogna prima attirare la sua attenzione. Il nome del cane , un fischio o qualsiasi altro rumore possono precedere la parola di richiamo. Se una parola è stata usata per molto tempo senza successo è necessario cambiarla. Per esempio se finora si chiamava urlando "Fido, vieni!" con scarse o nulle probabilità di successo, meglio cambiare con "Fido, qui!" oppure "Fido, come!".
Se Fido torna ma solo dopo essersi fatto i suoi comodi non va punito ma il premio deve essere di poco valore, magari solo un "Bravo che sei tornato" e nulla più in modo che capisca la differenza tra tornare prontamente (premio ambito) e tornare e basta ( premio di poco valore).
Quando si chiama un cane bisogna essere accoglienti e tranquilli e quindi, soprattutto se si tratta di animali timidi e paurosi o che sono stati spesso puniti in passato, è bene accucciarsi e usare un tono di voce dolce e amichevole. Le prime volte il cane timido o spaventato si avvicinerà molto lentamente, seguendo una traiettoria a semicerchio piuttosto avvicinarsi frontalmente. Mano a mano che l’animale prende sicurezza sarà possibile alzarsi e chiamarlo stando in piedi.
È importante evitare di richiamare Fido solo per metterlo al guinzaglio e tornare a casa altrimenti trarrà l’ovvia conclusione "se torno al richiamo è finita la passeggiata" e rimanderà il ritorno il più possibile. Chiamatelo ogni tanto solo per un bocconcino o un gioco.
Se ha fatto qualche marachella non bisogna aspettare che sia tornato per punirlo ma recarsi dove si trova il cane e sgridarlo MENTRE si sta comportando male.
Non bisogna sprecare i richiami in situazioni in cui è possibile prevedere che il cane non risponderà, per esempio nel caso ci sia una femmina in calore: meglio avvicinarsi con noncuranza e metterlo al guinzaglio. È bene essere coscienti degli stimoli che determinano reazioni difficilmente controllabili in modo da poter prevedere le situazioni a rischio. Sprecare i richiami significa insegnare al cane a non rispondere.
La gradualità nell’insegnare il richiamo, come nell’insegnare qualsiasi altra cosa, è fondamentale. Non bisogna pretendere che, anche se il padrone ha le tasche piene di Delicatessen e usa i modi più dolci e accoglienti del mondo, Fido cominci a rispondere al richiamo al parco pubblico dove ci sono tutte le distrazioni possibili e immaginabili. Le sessioni di rieducazione vanno cominciate a casa, in giardino o comunque in un posto in cui il padrone rappresenta lo stimolo più interessante. Mano a mano che il cane risponde con prontezza si può passare a sperimentare situazioni più eccitanti. Le prime volte, per non rischiare, meglio usare un guinzaglio estensibile per controllare il grado di risposta del cane al parco senza rischi.

…In conclusione

Molti, troppi cani non tornano perché hanno paura di essere puniti. Molti, troppi padroni non sono abbastanza interessanti agli occhi dei loro cani: regalano cibo giochi e carezze senza motivo e li privano della soddisfazione di far qualcosa che "valga".
Un padrone è tanto più eccitante e gratificante quanto più dispensa premi preziosi come la sua attenzione, il suo cibo e i giochi solo quando il cane lo merita.
Se chi chiama il cane è "noioso" non fornisce nessuna motivazione rispetto a un mondo di odori, sapori e amici a quattro zampe: perché dunque tornare da lui se qualsiasi cosa è più divertente?

Il segreto di avere un cane che torna al richiamo è quindi che bisogna essere ai suoi occhi la cosa più meravigliosa del mondo: non è forse questo il bello di vivere con un quattrozampe?

Lettura consigliata:

" Ain’t Misbehavin’: a good behaviour guide for family dogs" David Appleby ed.Broadcast Books, 1997

torna all'inizio