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Da micino a gatto
(tratto dall’articolo: L. Notari, 1999, “Le caratteristiche etologiche del gatto che maggiormente contribuiscono a spiegare i suoi principali problemi comportamentali” Medicina Felina, n.2/3 pp.15-19)

Da micino a gatto
Il gatto di casa: come affrontare i problemi più frequenti

autore: Lorella Notari

 

Il comportamento del gatto adulto è grandemente influenzato dalla ricchezza degli stimoli ambientali, fisici e sociali, cui è stato sottoposto nei primissimi mesi di vita. Gli stimoli precoci, insieme alle caratteristiche genetiche, contribuiscono alla formazione del carattere del gatto e contribuiscono alla sua tendenza ad essere amichevole con gli esseri umani. I gattini appena nati e persino i feti sono soggetti a molti stimoli ambientali. L’umore della madre, variazioni di temperatura, il gusto del latte materno e la sensazione data dal contatto con l’addome soffice e accogliente della gatta hanno una grande importanza per il loro sviluppo comportamentale e fisico. La presenza di una madre stressata ed eccessivamente paurosa rende i gattini molto meno favorevolmente disposti verso gli esseri umani: in questo caso è difficile distinguere fra condizionamento genetico e ambientale. Inoltre è stato dimostrato che lo svezzamento precoce o il distacco precoce dalla madre influenzano negativamente il futuro equilibrio comportamentale dei piccoli . Una madre rilassata e amichevole ha grande probabilità di crescere dei piccoli con una soglia di reattività più alta ai cambiamenti ambientali e una maggior predisposizione ad avere rapporti amichevoli con l’uomo. Precise fasi di sviluppo sono la base del futuro comportamento e vi è una fase, che ha luogo in un preciso lasso di tempo, nella quale il gatto ha una grande plasticità e può elaborare gli stimoli esterni in modo da produrre risposte persistenti nel tempo. E’ possibile identificare un periodo sensibile nel quale il gatto può essere messo in contatto con differenti stimoli ed elaborare risposte estremamente consistenti per quanto riguarda l’abituazione e la reazione alle variazioni ambientali. Durante questo periodo sensibile, i gattini cominciano a reagire agli stimoli e a interagire con i fratelli. E’ in questo lasso di tempo che la presenza di esseri umani è molto importante per permettere, nei mesi successivi, lo sviluppo dell’attaccamento al proprietario , che è il presupposto fondamentale della coabitazione uomo-animale. I gattini cominciano ad aprire gli occhi a circa 7-10 giorni di età e da allora in poi imparano molto velocemente a rapportarsi con l’ambiente esterno. Cominciano ad orientarsi usando la vista e l’udito (il condotto uditivo esterno comincia ad aprirsi verso il 10°- 15° giorno e nello stesso periodo il padiglione esterno si allarga e diviene corrugato alla base) e verso il 14° giorno i piccoli iniziano a reagire agli stimoli esterni muovendosi verso la madre e i fratelli. I giorni immediatamente successivi all’apertura degli occhi e dei condotti uditivi esterni sono cruciali per il futuro sviluppo dei sensi e la 3a-4a settimana è fondamentale per l’instaurarsi del comportamento sociale. Il periodo sensibile comincia con l’inizio della maturazione sensoriale e termina con lo svezzamento: i gattini tra la 2a e la 7a-8a settimana di vita raggiungono la consapevolezza della loro appartenenza alla specie e acquisiscono i comportamenti specie-specifici. Durante questo periodo gattini sottoposti al contatto con molti e diversi stimoli sociali e ambientali saranno più adatti a vivere con l’uomo. L’adattamento all’ambiente circostante è una conquista importantissima perché permette all’animale di reagire solo quando la situazione effettivamente lo richiede. Gatti abituati a suoni domestici come l’aspirapolvere, la lavatrice, il pianto e le grida dei bambini e usi alla vista di differenti tipi umani (uomini, donne, vecchi, persone di colore, bambini, persone portatrici di handicap..) avranno una soglia di reazione molto più alta alle novità. Gattini tra la 2a e la 7a settimana di età, se messi in contatto con differenti persone, oggetti, suoni e altri animali domestici avranno la possibilità di abituarsi ed è quindi molto importante che siano messi in contatto con stimoli ambientali il più simili possibile alla loro futura casa. Anche la manipolazione delicata e la somministrazione graduale degli stimoli sono fattori importanti: esperienze traumatiche nel periodo sensibile produrrebbero animali paurosi. La socializzazione nel gatto è un processo in divenire e dura tutta la vita, ma durante il periodo sensibile l’abbondanza dei contatti con le persone e con diversi stimoli produrrà una buona omeostasi sensoriale perché l’apprendimento è più rapido e duraturo.

Il gatto di casa: come affrontare i problemi più frequenti

Il gatto che graffia i mobili.

Farsi le unghie, per i gatti, ha un doppio significato: da una parte serve a mantenere in buone condizioni gli artigli e dall'altra serve a marcare il territorio. La marcatura del territorio è molto importante per i gatti e il suo scopo non è solo comunicare confini e zone di passaggio ma anche dare al gatto stesso una sensazione di tranquillità.

Per evitare che il gatto usi il vostro divano o il mobile rococò come substrato per le sue marcature con graffi la prima cosa da fare è fornigli un buon grattatoio.

Le caratteristiche di un grattatoio efficace, che cioè sia usato dal gatto tutte le volte che sente l'esigenza di farsi le unghie sono le seguenti:

  • deve essere una superficie verticale stabile (non deve traballare o ondulare)
  • deve essere di materiale che consenta la penetrazione delle unghie , né troppo duro né troppo morbido e che renda il graffio ben visibile (legno, moquette...)
  • deve essere posizionato in un luogo ben visibile, possibilmente vicino al punto di passaggio principale

Se, nonostante la presenza di uno o più grattatoi correttamente posizionati, il vostro gatto crea ancora problemi con i suoi graffi in casa potete ricorrere all'uso di feromoni sintetici (Feliway)nell'ambiente. Queste sostanze sono una specie di surrogato delle marcature tranquillizzanti che i gatti lasciano sul territorio e spesso diminuiscono la sua esigenza di marcare sia con i graffi che, come spiegato di seguito, con le urine.

Ci sono situazioni in cui è necessario l'intervento di un terapista comportamentale per diagnosticare il motivo per cui il gatto graffia ossessivamente.

Il gatto che sporca fuori dalla cassettina

Una delle caratteristiche dei gatti preferita dai proprietari è che sono animali puliti e che non hanno bisogno di essere accompagnati fuori per fare cacca e pipì.

Se il vostro gatto invece urina per casa il problema va affrontato quanto prima. Come visto nel caso delle graffiature, anche l'urina può servire come marcatura territoriale e come segnale tranquillizzante per il gatto stesso. L'importante è non confondere una marcatura di urina con un problema di salute.

A volte gatti con problemi di infezioni urinarie sporcano fuori dalla cassettina, ma questo non vuol dire che marchino il territorio. In questi casi è assolutamente consigliato l'immediato intervento del vostro Veterinario.

Altre volte il tipo di sabbietta o la posizione della cassettina sono particolarmente sgraditi al gatto: cambiateli prima di cercare altre soluzioni.

Ricordate inoltre di non posizionare mai la ciotola del cibo vicino alla cassettina

La marcatura urinaria ha caratteristiche ben precise: di solito viene emessa stando sulle 4 zampe e verso una superficie verticale. Anche i maschi sterilizzati e le femmine possono marcare in questo modo. A volte le femmine marcano stando accucciate.

Perché un gatto marca con le urine? Molti possono essere i motivi, i più comuni sono:

  • Un'alterazione del territorio abituale (cambio di mobili, traslochi )
  • l'introduzione di nuovi animali o persone
  • la presenza di una femmina in calore

Nei casi meno gravi si può ricorrere all'uso di feromoni sintetici (Feliway), che aiuteranno l'animale a ritrovare sicurezza nel suo ambiente.

Se all'emissione di urina si accompagnano altri sintomi, come sporcare anche con le feci, mangiare poco, manifestare paura o aggressività anche in situazioni comuni è necessario l'intervento di un terapista comportamentale.